Recensione Wolfenstein



Devo dire un bellissimo filmato xD

Il ritorno di un grande

La serie Wolfenstein non ha bisogno di presentazioni. Quando la Raven Software ha annunciato i lavori per questo sparatutto, i giornali ed i siti specializzati sono impazziti. Dopo l’incredibile successo di Return to Castle Wolfenstein, arriva finalmente la versione nextgen del gioco che più prende sul serio le vicende delle SS naziste durante la Seconda Guerra Mondiale. Questa volta però, Wolfenstein affronta le tematiche storiche con un certo alone di mistero e misticismo che accompagnerà tutti gli eventi della storia fin dalle battute iniziali. Il prodotto che ne esce fuori è un ibrido in stile Far Cry 2, dove non vi sarà solo il dover sparare a qualsiasi foglia si muova, ma anche l’esplorazione sarà quasi d’obbligo.

Chi crede che Wolfenstein sia dunque il classico spara spara con la manina che impugna una qualsivoglia arma da fuoco, si sbaglia. Non perché questo Wolfenstein non lo sia, ma perché questa classificazione è riduttiva. Al seguito della nostra avventura ammazza-SS, potremo conoscere tanti personaggi secondari e potremo usufruire di alcune chicche come una cittadina da visitare tra una missione e l’altra e un bel mercatino nero dal quale attingere a nuovi potenziamenti per le nostre armi, armi che troveremo sul campo di battaglia o ruberemo ai nemici stecchiti.

Non una semplice guerra, soldato!

In questa avventura targata Raven, vestiremo i panni dell’ormai mito, l’agente russo B. J. Blazkowitcz, ricercato dalle SS dopo essere entrato in possesso di uno strano medaglione in missione su una nave da trasporto dei tedeschi. Il medaglione presto si rivelerà essere un oggetto magico, che riuscirà a far scappare indenne il nostro agente russo dalla nave. Tornato alla base, verremo a rapporto dalla bella Caroline Becker, il capo del Circolo Kreisau a Isenstadt, di cui anche noi faremo parte degli adepti, scopriremo che il medaglione ha a che fare con un certo Generale Zetta, ovvero il capo della Divisione Paranormale delle SS, che ha come scopo quello di studiare l’occulto e riscoprire i poteri del Re Sole, dissotterrando gli altari del Dio e costruendo macchinari di magia nera, grazie a schemi recuperati da antichi manufatti e libri. Ben presto, recupereremo un secondo medaglione, il Medaglione della Thule e grazie ad un archeologo che svelerà un secondo gruppo nella città, stavolta non soldati ma studiosi che impediscono la rinascita dell’occulto, l’Alba D’Oro, verremo a conoscenza dei suoi strani poteri. Infatti, il medaglione avrà diversi poteri, soprattutto quello in grado di portare il possessore di esso in una seconda realtà parallela a quella reale, chiamata Velo. Nell’atmosfera del Velo sarà possibile accedere ad aree che nella realtà comune non è possibile visitare. Inoltre in questa extradimensione temporale, vanteremo alcune particolarità come ad esempio una maggiore velocità rispetto ai nemici.

A carte scoperte, il nostro Blazkowitcz non ci metterà molto a capire che le SS vogliano ricavarne tutti i poteri possibili da questo medaglione, grazie all’uso di particolari gemme che danno nuovi poteri ad esso.
Sarà compito nostro dunque impedire che le forze naziste si impadroniscano delle gemme e portino con sè una rivoluzione drammatica nella città che, per colpa di questa strana ma straordinaria sostanza, sta cominciando a mutare nell’estetica e nella sostanza. Infatti ben presto soldati mutati dal Velo o geneticamente modificati per l’occasione, invaderanno le strade di Isenstadt per dare la caccia al nostro eroe russo e impadronirsi del suo Medaglione della Thule. Wolfenstein lunge dall’essere il solito FPS ambientato nella Seconda Guerra Mondiale e senza altri spunti narrativi, ma si pone l’obiettivo, e speriamo il merito, di aprire nuove tematiche e nuovi fronti nel racconto di questo periodo storico attraverso l’arte del videogame. In quanto ad originalità, ci siamo.

Perché a noi ci piace speciale

Come detto, Wolfenstein affianca al classico e pure sparatutto in prima persona delle belle novità dal punto di vista del gameplay, che sia negli scontri a fuoco o che si tratti del contorno. Cominciamo subito col dire che tenere gli occhi aperti sarà indispensabile, non solo per colpire velocemente i tedeschi prima che ci freddino loro, ma anche – e soprattutto – perché in qualsivoglia posto ci troviamo, che sia lo spazio aperto di una campagna o la stradina di una città o una stanza di un edificio, sarà possibile trovarvi dell’oro o delle informazioni. La raccolta di entrambi gli elementi è essenziale perché ci permetterà di upgradare il nostro arsenale o i poteri del Medaglione, e col proseguire dell’avventura i nemici si faranno più tosti, e senza un adeguato armamento non sarà facile sbarazzarsi di tutti i nemici. Dunque particolare attenzione viene riposta all’esplorazione: dopo aver fatto razzia di crucchi, è bene tornare indietro se necessario e spulciare ogni angolo dell’ambiente, entrare negli edifici nel quale è possibile accedere e recuperare sacche di oro o preziosi. Al contempo, è bene tenere d’occhio qualsiasi bloc notes sparso per l’ufficio, alcuni raccoglitori e scrivanie in cui sarà possibile sbirciare. Spesso troveremo informazioni futili, come liti tra colleghi o letterine d’amore, ma altre volte troveremo schemi di armi che ci permetteranno di imparare ad upgradare l’arma, in quanto solo il denaro non basta. L’acquisto dei potenziamenti viene effettuato tramite il Mercato Nero gestito da due fratelli. Troveremo la “sede ufficiale” nella zona Est della città, puntualmente segnata sulla cartina, oppure troveremo uno dei due fratelli gestore prima di iniziare una missione nel magazzino dove vi è il camion che ci trasporta dal nostro prossimo obiettivo. Le armi sono varie: si passa a da due mitragliatrici ad armi decisamente notevoli che però lasciamo scoprire ai lettori che ancora non hanno visto i vari trailer delle armi potenti. La novità per la serie del mercato nero e la raccolta differenziata di oro e informazioni, si aggiunge ad una decisamente più azzardata, ovvero i componenti mistici di cui farà uso il nostro B.J. Il medaglione infatti, oltre al potere principale del Velo, descritto prima, avrà anche altri tre poteri, richiamabili semplicemente tramite i tasti direzionali. Anche questi, seppur verranno svelati abbastanza presto, li lasciamo scoprire ai cari lettori. I quattro poteri del medaglione potranno essere anch’essi potenziati, grazie sia all’uso dell’oro che grazie alla raccolta di particolari libri antichi che ne descrivono appunto altri significati di poteri, ovvero i Tomi. I Tomi saranno solitamente nascosti per bene nel livello, e per trovarli bisognerà davvero tenere gli occhi aperti, e magari ”velati”. In conclusione, l’utilizzo del Mercato Nero, dovrà essere sviluppato con oculatezza, perché pur raccogliendo tutto l’oro disponibile, non si avrà mai l’opportunità di potenziare tutte le armi e tutte le particolarità del medaglione, quindi ogni potenziamento deve essere acquistato solo se strettamente necessario.

Il tutto favorisce a dare maggiore profondità al titolo, staccandosi un attimino dal concetto di sparatutto e addentrandosi in una personalizzazione dello sparatutto stesso. L’uso del medaglione spesso sarà vitale e grazie ai suoi poteri potremo liberarci più velocemente dei soldati o addirittura eliminarne alcuni che, senza l’oggettino magico, ci avrebbero vinto. L’ultima profondità al gameplay viene data dallo stile del gioco. Infatti ci ha ricordato molto Far Cry 2 – in dimensioni e qualità ovviamente ridotte - in quanto vi sia una città da percorrere in lungo e in largo, con la possibilità di entrare in alcuni edifici per trovare oro o informazioni. Inoltre vi sono la presenza di alcune missioni secondarie, sbloccabili parlando con alcuni personaggi non giocanti o salvando determinate persone dalle forze della Resistenza. Anche l’ordine delle missioni secondarie è “personalizzabili” e il fatto che vi siano due gruppi con cui affrontare missioni, si avvicina ulteriormente alle fazioni del sopracitato Far cry 2.

Tecnicamente? Il giusto

Wolfenstein purtroppo non brilla in quanto a comparto tecnico, e il “purtroppo” risiede nel fatto che con tutte queste belle novità è davvero un peccato che la grafica non sia eccezionale, perché avrebbe potuto far salire il titolo nei primi dieci gradini video ludici del 2009. Dunque graficamente è appunto “il giusto”, ovvero una bella base, gradevole, con texture pulite e illuminazione dinamica, ma nulla di eccezionale. Però come si poteva far di più, si poteva anche far peggio. Ottimi gli effetti particellari dovuti alle esplosioni e alle conseguenze che provoca nell’ambiente. Gli oggetti non sono sprovvisti di fisica e dunque vedremo barili andare a pezzi o rotolare a seconda della distanza dell’esplosione, polvere che si alza in bella quantità qualora fossimo su terricci e assi o ripari di legno frantumarsi. Nel caso facessimo saltare in aria un soldato tramite barili di benzina – messi anche in troppa quantità e troppo ovunque – vedremo il corpo del poveretto carbonizzato. La fisica dei soldati è notevole, come anche la collisione tra essi e i proiettili. Forse siamo davanti alla simulazione del colpo subito e della caduta a corpo morto migliore fino a questo momento. Sarà anche possibile, nel caso avemmo una scarsa precisione – in altri casi si direbbe una notevole precisione – far saltare l’elmetto del soldato con egli ancora vivo a svuotarci addosso il suo caricatore. Ottime le scene realizzate in computer grafica, un po’ meno le animazioni dei dialoghi ingame.
Dal punto di vista audio, segnaliamo che il linguaggio per la versione europea è solo inglese, quindi nessun doppiaggio localizzato ad hoc. Però vi è la presenza dei sottotitoli. Il doppiaggio è credibile e gli effetti sonori sono nella media. Dal punto di vista della longevità, per completare il gioco la prima volta occorrono dalle dieci alle quindici ore di gioco. Tempo che aumenta notevolmente, e magari arrivando al doppio, se si vogliono acquisire tutti gli oggetti, tra oro, informazioni e tomi, contenuti nel livello. Ogni livello, tra l’altro, è rigiocabile in qualsiasi momento. Presente anche il multiplayer.

Qualcosa di diverso

Alla resa dei conti, Wolfenstein si fa carico grazie alla sua fama, di provare a portare qualcosa di nuovo sia nella sua storia di FPS che nel campo dello sparatutto in prima persona classico, ambientato nel palcoscenico più usato dai giochi di guerra. Il titolo è consigliato per tutti coloro che amano gli sparatutto arcade classici e per chi vuole qualcosa di diverso da questi. In ambo i casi, ne resterà soddisfatto. Gli extra e la rigiocabilità che offre il gioco, non faranno di certo rimpiangere la spesa, regalando ore e ore di sfuriate tra SS e mutanti.

By:Straicker

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